mercoledì 29 agosto 2007
Il potere di Google
Google: non solo un motore di ricerca
Sergey Brin e Larry Page, i padri di Google, godono sicuramente della mia più profonda ed incondizionata stima: hanno creato un impero finanziario partendo da un progetto universitario, nato per supplire le deficenze dei motori di ricerca di allora (bei tempi, quando bastava farcire una pagina web di centinaia di keyword mirate per essere primi...)
Google non è solo un motore di ricerca, è un insieme di servizi che vanno dai blog (..come questo..), alle mappe (Google Maps e Google Earth), ai software per la gestione delle immagini (Picasa), video (Youtube e GoogleVideo), posta elettronica (GMail), applicazioni per il wordprocessing, calendar, foglio elettronico...
Diciamolo: a volte mi sembra che Google sia diventato un pò troppo invasivo... la mole di informazioni personali che transitano sui suoi server inizia quando accendiamo il PC e termina... no, credo che termini mai!
Google: quando un sito sparisce dai suoi indici
Limitiamoci a considerare Google come un "semplice" motore di ricerca: più del 80% dei visitatori del mio sito web "ufficiale", www.davidezugna.net, provengono da google. Il che significa che su 20.000 visitatori mensili che ha (..aveva..) il mio sito, ben 16.000 arrivavano da google...
Bene, cosa succederebbe se, per qualche oscuro motivo, google non "vedesse" più il mio sito? Cosa succederebbe se www.davidezugna.net sparisse completamente dalla serp di google?
E' quello che è successo: da un giorno all'altro le visite sono crollate:
Come si vede nell'immagine, le visite di agosto sono crollate di un bel - 56%. Fino ad agosto la percentuale di visitatori che arrivava al mio sito aumentava di mese in mese...
All'inizio pensavo che fosse qualcosa di temporaneo, che Google stesse facendo un "pò d'ordine" nei suoi indici.. ma questa situazione ormai va avanti da due settimane: mi sembra un pò troppo...
Immaginate che il vostro business si basi interamente sugli utili portati direttamente o indirettamente dai visitatori (possibili clienti!!!) che arrivano al vostro sito e che, per qualche "oscuro motivo", da un giorno all'altro, questi visitatori calino dell'80%: sarebbe un danno grave... anzi, direi una vera e propria tragedia.
Immaginiamo il sito di un negozio di ECommerce o di un albergo: il danno economico che ricaverebbe dalla scomparsa dagli indici di google sarebbe disastroso.
Sono stato bannato?
Il sistema più rapido per sapere se un sito è presente nella serp di google è utilizzare il comando "site", comando che, se utilizzato all'interno del campo di ricerca, restituisce tutto l'elenco di pagine relative ad un sito presenti nei datacenter.
Se scriviamo, ad esempio, site:www.html.it ecco quello che succede:
Il comando site fa si che google ci restituisca l'elenco completo delle pagine relative al sito www.html.it presenti nel suo indice.
Se si fa site:www.davidezugna.net non compare nulla... :-(
La domanda che mi pongo è se sono stato "bannato", cioè rimosso completamente dagli indici di google in quanto il mio sito andava contro alle sue "politiche" di Google o se si tratta di qualcos'altro. Il problema è scoprirlo...
Sergey Brin e Larry Page, i padri di Google, godono sicuramente della mia più profonda ed incondizionata stima: hanno creato un impero finanziario partendo da un progetto universitario, nato per supplire le deficenze dei motori di ricerca di allora (bei tempi, quando bastava farcire una pagina web di centinaia di keyword mirate per essere primi...)
Google non è solo un motore di ricerca, è un insieme di servizi che vanno dai blog (..come questo..), alle mappe (Google Maps e Google Earth), ai software per la gestione delle immagini (Picasa), video (Youtube e GoogleVideo), posta elettronica (GMail), applicazioni per il wordprocessing, calendar, foglio elettronico...
Diciamolo: a volte mi sembra che Google sia diventato un pò troppo invasivo... la mole di informazioni personali che transitano sui suoi server inizia quando accendiamo il PC e termina... no, credo che termini mai!
Google: quando un sito sparisce dai suoi indici
Limitiamoci a considerare Google come un "semplice" motore di ricerca: più del 80% dei visitatori del mio sito web "ufficiale", www.davidezugna.net, provengono da google. Il che significa che su 20.000 visitatori mensili che ha (..aveva..) il mio sito, ben 16.000 arrivavano da google...
Bene, cosa succederebbe se, per qualche oscuro motivo, google non "vedesse" più il mio sito? Cosa succederebbe se www.davidezugna.net sparisse completamente dalla serp di google?
E' quello che è successo: da un giorno all'altro le visite sono crollate:
Come si vede nell'immagine, le visite di agosto sono crollate di un bel - 56%. Fino ad agosto la percentuale di visitatori che arrivava al mio sito aumentava di mese in mese...
All'inizio pensavo che fosse qualcosa di temporaneo, che Google stesse facendo un "pò d'ordine" nei suoi indici.. ma questa situazione ormai va avanti da due settimane: mi sembra un pò troppo...
Immaginate che il vostro business si basi interamente sugli utili portati direttamente o indirettamente dai visitatori (possibili clienti!!!) che arrivano al vostro sito e che, per qualche "oscuro motivo", da un giorno all'altro, questi visitatori calino dell'80%: sarebbe un danno grave... anzi, direi una vera e propria tragedia.
Immaginiamo il sito di un negozio di ECommerce o di un albergo: il danno economico che ricaverebbe dalla scomparsa dagli indici di google sarebbe disastroso.
Sono stato bannato?
Il sistema più rapido per sapere se un sito è presente nella serp di google è utilizzare il comando "site", comando che, se utilizzato all'interno del campo di ricerca, restituisce tutto l'elenco di pagine relative ad un sito presenti nei datacenter.
Se scriviamo, ad esempio, site:www.html.it ecco quello che succede:
Il comando site fa si che google ci restituisca l'elenco completo delle pagine relative al sito www.html.it presenti nel suo indice.
Se si fa site:www.davidezugna.net non compare nulla... :-(
La domanda che mi pongo è se sono stato "bannato", cioè rimosso completamente dagli indici di google in quanto il mio sito andava contro alle sue "politiche" di Google o se si tratta di qualcos'altro. Il problema è scoprirlo...
martedì 28 agosto 2007
SkyRace: considerazioni varie...
Passati due giorni dalla SkyRace di domenica, vorrei fare alcune considerazioni sull'allenamento per una competizione di questo tipo.
Premessa: io non ho nessun tipo di preparazione a riguardo, sono considerazioni che faccio a ruota libera.
Spero che, gli eventuali visitatori di questo blog, lascino dei commenti a riguardo. Che tipo di allenamento fate? Alimentazione? Integratori? Scarpe? Usate le racchette?
Una gara di corsa in montagna richiede una preparazione sicuramente diversa da una corsa sul piano: e su questo credo siamo tutti d'accordo.
Il fatto di riuscire a fare una mezza-maratona in tranquillità su un percorso piatto non implica assolutamente di essere in grado di finire una skyrace senza patimenti fisici di vario tipo: la tipologia di sforzi che si affronta è troppo diversa.
Salite impegnative (dolori alla schiena) seguite, immediatamente, da discese altrettanto ripide, discese di ghiaia intervallata da massi o da scalini (dolori a ginocchi/piede).
La discesa con i scalini mi ha distrutto: gli allenamenti che facevo (mezze maratone con salite ripide, ma di asfalto/sterrato ben battuto) non prevedevano assolutamente dei percorsi simili. Questa mancanza si è trasformata in dolori muscolari alle gambe durante la gara, dolori che mi han fatto spesso pensare al ritiro.
I prossimi allenamenti vedrò di farli in percorsi più "da montagna": io vivo a Trieste, sterrati "bastardi" nel Carso Triestino e nel Carso Sloveno non mancano. Per non parlare di Monte Carso e della Val Rosandra. E un pò di scalini non guasterebbero.
Racchette: diversi atleti le utilizzavano. Credo che in diversi momenti sarebbero state utili, ma, sinceramente, l'idea di trascinarmele dietro per 21km... non lo so... e poi, soprattutto nei tratti più "affollati", le ho trovate pericolose: qualche racchettata dalle persone davanti ogni tanto arrivava!
Zaino/CamelBack: vista la presenza di ristori ho pensato che non sarebbe servito: mi sbagliavo. Sarà per il poco allenamento che ho, ma avevo sete continuamente. Appena trovavo un torrentino mi fermavo per bere. Certo, avere uno zaino in spalla (quelli da corsa, ovviamente..) non è comodo, ma avere una sete bestia è peggio. E poi bere poco ma a intervalli regolari è sicuramente meglio che abbuffarsi ai punti di ristoro... :-)
Integratori vari/Porcherie varie: parlando con l'amica Federica (farmacista) si parlava dell'utilità di alcuni tipi di amminoacidi prima della gara. Trovo che questo sia un discorso da approfondire. Qualcuno li usa? Controindicazioni?
E veniamo ai dolori muscolari del dopo gara.
Essere doloranti dopo un allenamento tosto o dopo una gara trovo sia normale, fa parte del gioco (in una certa misura, ovviamente...).
Mi son chiesto però da cosa dipendevano questi dolori.
Il primo sospetto è stato l'acido lattico: ho sempre avuto la convinzione che sia lui il responsabile dei dolori ai muscoli delle gambe dopo allenamenti e gare.
Mi sbagliavo.
Su Wikipedia c'è una bella spiegazione su cosa sia e come nasca l'Acido 2-idrossipropanoico, questo un estratto interessante:
"È l'acido che dà al latte vecchio il caratteristico gusto acido, ma è anche un sottoprodotto dell'attività anaerobica dei muscoli, durante uno sforzo fisico: da questi ultimi, esso si riversa nel sangue, attraverso il quale raggiunge cuore, fegato e muscoli inattivi, dove viene riconvertito in glucosio.
Tuttavia, a seguito di un esercizio fisico intenso e prolungato, può accadere che i muscoli producano, nel tempo, più acido lattico di quanto gli organi sopra detti ed i restanti muscoli inattivi riescano a metabolizzare: in questo caso il livello di acido lattico nel sangue aumenta fino al punto in cui non è più possibile smaltirlo al livello muscolare: ecco che si presentano i noti effetti di affaticamento, bruciore e successiva incapacità locale allo sforzo.
Ad ogni modo, per via del suo ciclo metabolico, una volta che il muscolo ha ripreso la sua normale attività aerobica, l'acido lattico viene eliminato rapidamente nel giro di pochi minuti, al più entro un'ora circa dall'attività fisica."
Quindi se l'acido lattico scompare entro poche ore, chi è il vero responsabile dei dolori? Sempre nella stessa pagina la risposta:
"sintomi da presenza di acido lattico, pertanto, non sono assolutamente da confondere con quelli da indolenzimento muscolare ad insorgenza ritardatada, cioè D.O.M.S. (Delayed Onset Muscolar Soreness), effetti che colpiscono solo i muscoli scheletrici, e che solitamente si palesano entro circa 12 ore dallo sforzo fisico intenso, raggiungendo il culmine tra le 24 e le 36 ore successive all'allenamento e perdurando anche per 5-6 giorni consecutivi."
Questo articolo mi ha lasciato un pò perplesso: non mi sono limitato a questa fonte, ma ho cercato sul web ulteriori informazioni sul D.O.M.S. e su, soprattutto, il modo di gestire il recupero.
Da RunThePlanet:
"Tuttavia, svolgere un blando esercizio fisico favorisce un'accelerazione della fase del recupero; infatti, un maggior flusso di sangue transita tra le fibre muscolari "lesionate" e vi apporta ossigeno, materiale energetico, e favorisce l'allontanamento dei cataboliti (molecole di elementi danneggiati nel corso dello sforzo).
Premessa: io non ho nessun tipo di preparazione a riguardo, sono considerazioni che faccio a ruota libera.
Spero che, gli eventuali visitatori di questo blog, lascino dei commenti a riguardo. Che tipo di allenamento fate? Alimentazione? Integratori? Scarpe? Usate le racchette?
Una gara di corsa in montagna richiede una preparazione sicuramente diversa da una corsa sul piano: e su questo credo siamo tutti d'accordo.
Il fatto di riuscire a fare una mezza-maratona in tranquillità su un percorso piatto non implica assolutamente di essere in grado di finire una skyrace senza patimenti fisici di vario tipo: la tipologia di sforzi che si affronta è troppo diversa.
Salite impegnative (dolori alla schiena) seguite, immediatamente, da discese altrettanto ripide, discese di ghiaia intervallata da massi o da scalini (dolori a ginocchi/piede).
La discesa con i scalini mi ha distrutto: gli allenamenti che facevo (mezze maratone con salite ripide, ma di asfalto/sterrato ben battuto) non prevedevano assolutamente dei percorsi simili. Questa mancanza si è trasformata in dolori muscolari alle gambe durante la gara, dolori che mi han fatto spesso pensare al ritiro.
I prossimi allenamenti vedrò di farli in percorsi più "da montagna": io vivo a Trieste, sterrati "bastardi" nel Carso Triestino e nel Carso Sloveno non mancano. Per non parlare di Monte Carso e della Val Rosandra. E un pò di scalini non guasterebbero.
Racchette: diversi atleti le utilizzavano. Credo che in diversi momenti sarebbero state utili, ma, sinceramente, l'idea di trascinarmele dietro per 21km... non lo so... e poi, soprattutto nei tratti più "affollati", le ho trovate pericolose: qualche racchettata dalle persone davanti ogni tanto arrivava!
Zaino/CamelBack: vista la presenza di ristori ho pensato che non sarebbe servito: mi sbagliavo. Sarà per il poco allenamento che ho, ma avevo sete continuamente. Appena trovavo un torrentino mi fermavo per bere. Certo, avere uno zaino in spalla (quelli da corsa, ovviamente..) non è comodo, ma avere una sete bestia è peggio. E poi bere poco ma a intervalli regolari è sicuramente meglio che abbuffarsi ai punti di ristoro... :-)
Integratori vari/Porcherie varie: parlando con l'amica Federica (farmacista) si parlava dell'utilità di alcuni tipi di amminoacidi prima della gara. Trovo che questo sia un discorso da approfondire. Qualcuno li usa? Controindicazioni?
E veniamo ai dolori muscolari del dopo gara.
Essere doloranti dopo un allenamento tosto o dopo una gara trovo sia normale, fa parte del gioco (in una certa misura, ovviamente...).
Mi son chiesto però da cosa dipendevano questi dolori.
Il primo sospetto è stato l'acido lattico: ho sempre avuto la convinzione che sia lui il responsabile dei dolori ai muscoli delle gambe dopo allenamenti e gare.
Mi sbagliavo.
Su Wikipedia c'è una bella spiegazione su cosa sia e come nasca l'Acido 2-idrossipropanoico, questo un estratto interessante:
"È l'acido che dà al latte vecchio il caratteristico gusto acido, ma è anche un sottoprodotto dell'attività anaerobica dei muscoli, durante uno sforzo fisico: da questi ultimi, esso si riversa nel sangue, attraverso il quale raggiunge cuore, fegato e muscoli inattivi, dove viene riconvertito in glucosio.
Tuttavia, a seguito di un esercizio fisico intenso e prolungato, può accadere che i muscoli producano, nel tempo, più acido lattico di quanto gli organi sopra detti ed i restanti muscoli inattivi riescano a metabolizzare: in questo caso il livello di acido lattico nel sangue aumenta fino al punto in cui non è più possibile smaltirlo al livello muscolare: ecco che si presentano i noti effetti di affaticamento, bruciore e successiva incapacità locale allo sforzo.
Ad ogni modo, per via del suo ciclo metabolico, una volta che il muscolo ha ripreso la sua normale attività aerobica, l'acido lattico viene eliminato rapidamente nel giro di pochi minuti, al più entro un'ora circa dall'attività fisica."
Quindi se l'acido lattico scompare entro poche ore, chi è il vero responsabile dei dolori? Sempre nella stessa pagina la risposta:
"sintomi da presenza di acido lattico, pertanto, non sono assolutamente da confondere con quelli da indolenzimento muscolare ad insorgenza ritardatada, cioè D.O.M.S. (Delayed Onset Muscolar Soreness), effetti che colpiscono solo i muscoli scheletrici, e che solitamente si palesano entro circa 12 ore dallo sforzo fisico intenso, raggiungendo il culmine tra le 24 e le 36 ore successive all'allenamento e perdurando anche per 5-6 giorni consecutivi."
Questo articolo mi ha lasciato un pò perplesso: non mi sono limitato a questa fonte, ma ho cercato sul web ulteriori informazioni sul D.O.M.S. e su, soprattutto, il modo di gestire il recupero.
Da RunThePlanet:
"Tuttavia, svolgere un blando esercizio fisico favorisce un'accelerazione della fase del recupero; infatti, un maggior flusso di sangue transita tra le fibre muscolari "lesionate" e vi apporta ossigeno, materiale energetico, e favorisce l'allontanamento dei cataboliti (molecole di elementi danneggiati nel corso dello sforzo).
Per facilitare i tempi di recupero è importante anche seguire un'alimentazione ricca di carboidrati, per compensare l'elevato consumo energetico, apportare degli aminoacidi ramificati nelle 2-3 ore immediatamente successive lo sforzo."
lunedì 27 agosto 2007
Sky-race delle Dolomiti Friulane
Da ragazzino trascorrevo le vacanze estive in montagna: Camporosso, Andalo, Pejo, Bellamonte, San Candido.... ore e ore trascorse a camminare per sentieri in mezzo a foreste di pini, a far collezione dei timbri dei rifugi, a sentir i fischi delle marmotte e a costruire "dighe" nei torrenti... altri tempi!
La montagna mi piaceva e mi piace ancora: sarà per questo che, nonostante sia tutt'altro che allenato, mi sono iscritto alla SkyRace delle Dolomiti Friuliane: 22km di percorso con un dislivello complessivo di 1.700 m. Mica poco!
Il percorso di questa SkyRace (cioè una gara di corsa in montagna) si svolge lungo il "Sentiero delle Genziane", sentiero ben descritto sul sito SentieriNatura.it.
Arriviamo a Forni di Sopra alle 6.40: sto ancora digerendo la grigliata della sera prima, mi chiedo se, una cena a base di carne di vario tipo e melanzane appannate possa in qualche modo influenzare le "prestazioni" (come se io avessi delle prestazioni...) in gara...
Alle 8.00 c'è la partenza: che la sofferza abbia inizio e che l'acido lattico scorra a fiumi...
Il primo tratto, che percorre la Val di Suola, non è particolarmente impegnativo, ma, arrivati sotto la Forcella dell'Inferno, la situazione cambia: la salita che porta fino alla cima è un vero e proprio muro, muro che permetterà di raggiungere la quota di 2.175 m, con un punto di partenza a 880 m.
Sia chiaro: in questo tratto di salita non si corre (non io, almeno..) ma si cammina... e nemmeno camminare è così semplice... qualcuno si ritira e si mette sui margini del sentiero, altri, pur imprecando, continuano stoici verso la forcella.
Dopo la forcella (e dopo aver approfittato del ristoro..) inizia una discesa piuttosto tecnica: inizio a saltellare giù per il sentiero, mi sembra di essere tornato bambino...
La discesa però dura poco e ricomincia la salita verso la forcella Val di Brica: incomincio a sentire dei dolori alle gambe... le ginocchia incominciano a far male... mi sa che, in discesa, ho esagerato....
Dopo la forcella, altra discesa: stringo i denti, impreco, e continuo comunque a correre, pur evitando accuramente gradini o salti che potrebbero aggravare la situazione... e arriva la terza e ultima salita, fino alla Forcella Urtisiel : qua la stanchezza e i dolori alle gambe prendono il sopravvento, vedo sorpassarmi da atleti che io, a mia volta, avevo sorpassato...
Raggiunta la cima inizia, "finalmente", la discesa.
Ma la discesa verso il Rifugio Giaf si rivelerà un calvario: il sentiero che porta fino al fondovalle è interrotto da numerosi scalini, belli alti: per le mie ginocchia è il colpo di grazia.... non riesco più a correre, affronto i scalini cercando di battere meno il possibile il piede a terra... mi sento veramente a pezzi.
Passato il Rifugio Giaf mancano ormai pochi km al traguardo: spesso penso di fermarmi e iniziare a camminare... ma temo che, se mi fermo, non trovo più la forza per ricominciare a correre.. e di arrivare al traguardo camminando non se ne parla nemmeno!
Arrivo finalmente al traguardo dopo quasi 4 ore, corricchiando: in diversi momenti pensavo di non farcela... la soddisfazione è grande, proporzionale alla fatica che ho impiegato per terminare il percorso. Ma un pò di allenamento in più, sicuramente non guastava... :-)
Sul sito web della manifestazione, trovate tutte le informazioni sul percorso, le classifiche, regolamento ecc....
Nei prossimi giorni vorrei fare qualche considerazione su questo tipo di gara, sugli allenamenti da impostare e su altre cosette che sicuramente mi verranno in mente... :-)
La montagna mi piaceva e mi piace ancora: sarà per questo che, nonostante sia tutt'altro che allenato, mi sono iscritto alla SkyRace delle Dolomiti Friuliane: 22km di percorso con un dislivello complessivo di 1.700 m. Mica poco!
Il percorso di questa SkyRace (cioè una gara di corsa in montagna) si svolge lungo il "Sentiero delle Genziane", sentiero ben descritto sul sito SentieriNatura.it.
Arriviamo a Forni di Sopra alle 6.40: sto ancora digerendo la grigliata della sera prima, mi chiedo se, una cena a base di carne di vario tipo e melanzane appannate possa in qualche modo influenzare le "prestazioni" (come se io avessi delle prestazioni...) in gara...
Alle 8.00 c'è la partenza: che la sofferza abbia inizio e che l'acido lattico scorra a fiumi...
Il primo tratto, che percorre la Val di Suola, non è particolarmente impegnativo, ma, arrivati sotto la Forcella dell'Inferno, la situazione cambia: la salita che porta fino alla cima è un vero e proprio muro, muro che permetterà di raggiungere la quota di 2.175 m, con un punto di partenza a 880 m.
Sia chiaro: in questo tratto di salita non si corre (non io, almeno..) ma si cammina... e nemmeno camminare è così semplice... qualcuno si ritira e si mette sui margini del sentiero, altri, pur imprecando, continuano stoici verso la forcella.
Dopo la forcella (e dopo aver approfittato del ristoro..) inizia una discesa piuttosto tecnica: inizio a saltellare giù per il sentiero, mi sembra di essere tornato bambino...
La discesa però dura poco e ricomincia la salita verso la forcella Val di Brica: incomincio a sentire dei dolori alle gambe... le ginocchia incominciano a far male... mi sa che, in discesa, ho esagerato....
Dopo la forcella, altra discesa: stringo i denti, impreco, e continuo comunque a correre, pur evitando accuramente gradini o salti che potrebbero aggravare la situazione... e arriva la terza e ultima salita, fino alla Forcella Urtisiel : qua la stanchezza e i dolori alle gambe prendono il sopravvento, vedo sorpassarmi da atleti che io, a mia volta, avevo sorpassato...
Raggiunta la cima inizia, "finalmente", la discesa.
Ma la discesa verso il Rifugio Giaf si rivelerà un calvario: il sentiero che porta fino al fondovalle è interrotto da numerosi scalini, belli alti: per le mie ginocchia è il colpo di grazia.... non riesco più a correre, affronto i scalini cercando di battere meno il possibile il piede a terra... mi sento veramente a pezzi.
Passato il Rifugio Giaf mancano ormai pochi km al traguardo: spesso penso di fermarmi e iniziare a camminare... ma temo che, se mi fermo, non trovo più la forza per ricominciare a correre.. e di arrivare al traguardo camminando non se ne parla nemmeno!
Arrivo finalmente al traguardo dopo quasi 4 ore, corricchiando: in diversi momenti pensavo di non farcela... la soddisfazione è grande, proporzionale alla fatica che ho impiegato per terminare il percorso. Ma un pò di allenamento in più, sicuramente non guastava... :-)
Sul sito web della manifestazione, trovate tutte le informazioni sul percorso, le classifiche, regolamento ecc....
Nei prossimi giorni vorrei fare qualche considerazione su questo tipo di gara, sugli allenamenti da impostare e su altre cosette che sicuramente mi verranno in mente... :-)
Eppure soffia!
Alla fine ho ceduto all'ego e, con l'indice tremante, ho premuto il pulsante "Crea il tuo blog"....
Già, mi sono fatto il blog: ma adesso? Che ci scrivo? Insomma, se uno ha un blog deve scriverci qualcosa dentro, deve avere qualcosa da raccontare.
E se uno non ha nulla da raccontare? O è morto o non esiste... tutti hanno qualcosa da raccontare... !
Spesso, dopo aver letto qualche articolo sui giornali o dopo un servizio televisivo, mi son detto "Eh, ma stanno raccontando proprio un sacco di stronzate, se avessi un blog, mi sentirebbero!". Come se un blog potesse cambiare il mondo!
Credo che il blog possa avere un effetto terapeutico: uno racconta quello che gli passa per la testa, lo pubblica e non si sente in colpa per aver tenuto tutto per se e non aver condiviso i suoi "profondi" pensieri agli altri.
Nel mio caso credo sia più facile che mi penta di averlo condiviso con gli altri... vedremo!
Già, mi sono fatto il blog: ma adesso? Che ci scrivo? Insomma, se uno ha un blog deve scriverci qualcosa dentro, deve avere qualcosa da raccontare.
E se uno non ha nulla da raccontare? O è morto o non esiste... tutti hanno qualcosa da raccontare... !
Spesso, dopo aver letto qualche articolo sui giornali o dopo un servizio televisivo, mi son detto "Eh, ma stanno raccontando proprio un sacco di stronzate, se avessi un blog, mi sentirebbero!". Come se un blog potesse cambiare il mondo!
Credo che il blog possa avere un effetto terapeutico: uno racconta quello che gli passa per la testa, lo pubblica e non si sente in colpa per aver tenuto tutto per se e non aver condiviso i suoi "profondi" pensieri agli altri.
Nel mio caso credo sia più facile che mi penta di averlo condiviso con gli altri... vedremo!
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